Pr0 e i contro di ME

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~ DeLuXE ~
view post Posted on 30/4/2010, 16:35




Secondo questo sito Ecco i pro e i contro di ME:

CITAZIONE
Il nuovo corso di Electronic Arts è stato annunciato chiaramente: meno affidamento sulle serie trite e ritrite, investimenti su nuove proprietà intellettuali di qualità. Ed ecco che dopo l’ottimo Dead Space arriva Mirror’s Edge, seconda perla che suggella coi fatti questo rinnovamento tanto sbandierato a parole.
L’interesse suscitato da Mirror’s Edge è stato incredibilmente alto sin dai primi filmati rilasciati, sia per la curiosità di vedere la disciplina del parkour trasposta in un gioco in prima persona, sia grazie allo stile grafico fascinoso e prepotentemente caratteristico.
Gli svedesi DICE, sviluppatori del gioco, promettono un’esperienza unica e originale: purtroppo, però, anche ciò che luccica moltissimo potrebbe non essere oro. Andiamo a vedere perché.


Correre, saltare e arrampicarsi: questo è ciò che il giocatore è chiamato a fare nella stragrande maggioranza delle situazioni. L’agilità felina di Faith permette salti eccezionali, capriole, cambi di direzione repentini, scivolate e quanto altro necessario per sopravvivere nella giungla d’asfalto. A tutto ciò sono alternati sporadici combattimenti corpo a corpo e scontri a fuoco, realizzati in maniera un po’ approssimativa.

Velocità, movimento, riflessi e senso di vertigine sono il fulcro dell’intera esperienza, e il più grande pregio di Mirror’s Edge è proprio l’incredibile modo in cui vengono restituite queste sensazioni al giocatore. Gli escamotage per rendere al meglio la sensazione di spostamenti rapidi e velocità sono realizzati allo stato dell’arte: oltre a motion blur ed effetti grafici è anche possibile vedere gambe e braccia di Faith accompagnare ogni singola movenza, restituendo una scena più realistica e sincopata. Semplicemente fantastiche le brusche aperture delle porte, dove ad un violento colpo dato con un pugno o un calcio segue un repentino salto della visuale a simulare lo spostamento della testa, che poi torna a guardare avanti.

Trovando il giusto tempismo e riuscendo a non far rallentare Faith, il parkour digitale offertoci da EA DICE diventa estremamente appagante, anche grazie a dei controlli estremamente precisi e reattivi. Superare in velocità numerosi ostacoli, magari abbattendo in corsa un poliziotto ficcanaso, è sicuramente un’esperienza videoludica fresca e divertente.


Purtroppo il gioco è troppo lineare e pilotato: i percorsi da scegliere per arrivare alla destinazione assegnata possono subire ben poche variazioni, e la trama non prevede bivi o scelte di nessun genere. Inoltre non è possibile in nessun modo e in nessuna modalità avere l’intera città aperta per una bella scorazzata in “free roaming”, che poi è la vera anima del parkour. Occasione mancata.

La longevità è da carcerazione immediata: la storia principale può essere terminata facilmente in meno di 7 ore da qualsiasi giocatore di media bravura. E non viene in aiuto la modalità time attack, che si potrà rivelare una piacevolissima appendice per chi si appassionerà visceralmente del gioco, ma che aggiungerà ben poco per tutti gli altri.


Mirror’s Edge ha uno stile grafico molto particolare e caratteristico, che fa riconoscere il gioco alla sola vista di una singola immagine o di pochi secondi di un qualsiasi filmato. E’ impossibile sbagliarsi: grafica pulita, colori brillanti, atmosfera “ariosa” e chiara ma anche un po’ fredda e sterile, come è giusto che sia in una città governata da un regime totalitaristico. I DICE sono riusciti a ricreare a regola d’arte la sensazione di una metropoli futuristica, e anche lo caratterizzazione tendente al cartoonesco contribuisce a fare di Mirror’s Edge uno spettacolo unico per gli occhi. A livello prettamente tecnico siamo su livelli piuttosto buoni, seppur non si definisca nessun nuovo standard qualitativo. Da segnalare una distanza visiva notevole e una fluidità ineccepibile in entrambe le versioni PS3 e X360. Gli unici due appunti da fare sono l’eccessivo aliasing e lo stesso fatto per la parte giocata: a lungo andare tutto comincia a sapere troppo di già visto e ridondante, senza una caratterizzazione dei diversi livelli.

La colonna sonora, principalmente in stile new-age, è di buona fattura. Il doppiaggio è generalmente buono ma la prestazione della nostra Asia Argento, che presta la voce all’eroina Faith, è un po’ altalenante e sicuramente di qualità inferiore rispetto all’originale in inglese. Paradossalmente la performance svogliata fa dell’attrice nostrana la doppiatrice peggiore dell’intero cast, e dimostra chiaramente il poco impegno dedicato a questo suo lavoro. Peccato.

Mirror’s Edge non è quel capolavoro incredibile che tutti sognavamo, ma grazie alla sua indiscutibile originalità e a meccaniche inedite e appaganti riesce comunque a ritagliarsi un suo discreto spazio in questo autunno 2008 così smodatamente ricco di titoli “AAA”.

Le pecche principali sono la ridicola longevità e la ripetitività delle situazioni di gioco, che nonostante la breve durata dell’avventura rischiano seriamente di risultare ridondanti alla maggior parte degli utenti. Spezzando più spesso il ritmo della fasi di fuga con scontri a fuoco più numerosi e più solidi, nonché con un sistema di combattimento meglio congeniato, il risultato finale sarebbe stato certamente migliore. Ma per certe cose abbiamo la massima fiducia nel quasi certo seguito.

In definitiva, Mirror’s Edge è un’esperienza da provare, a patto di lasciarsi alle spalle le straordinarie aspettative avute nei mesi scorsi. Senza queste, è possibile godersi un titolo certamente originale, intrigante e divertente. E anche se non sarà il gioco dell’anno 2008, scusate se è poco.

Non posso che essere pienamente d'accordo: il doppiajjo direi quasi penoso e privo di impegno di Asia mi ha davvero deluso e lasciato a bocca asciutta, idem il fatto di non poter vagare in jiro per la città con tutta libertà ... sarebbe stato carino anche comportarsi come qualche civile, ogni tanto, e fare cose normali tipo entrare in un negozio, etc...
Speriamo che tutto il tempo che i produttori stanno impiegando sia davvero ben speso e che possano imparare dagli errori !!.. così noi accaniti fan di ME potremo jocare un degno joco dei DICE!! ^^
 
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~ DeLuXE ~
view post Posted on 21/5/2010, 22:02




CITAZIONE
Agli occhi dei più Mirror’s Edge si è rivelato un gioiello bellissimo ma troppo grezzo sotto alcuni aspetti.

Uno dei caratteri meno gradevoli riscontrati dall’utenza riguardava senza ombra di dubbio la sceneggiatura: una volta introdotti personaggi e eventi interessanti, tutto poi si perdeva in un bicchier d’acqua.

Proprio a questo proposito Rhianna Pratchett, autrice dello script di ME e di diverse altre sceneggiature videoludiche ( Risen, Overlord, Heavenly Sword) nonchè figlia del più famoso Terry, ha recentemente rilasciato a Critical Gamer alcune dichiarazioni interessanti.

Oltre ad un coinvolgimento tardivo degli sceneggiatori, DICE sarebbe infatti responsabile di un taglio di oltre il 40% dello script originale, nonchè di tutti i dialoghi di Faith durante i livelli, limitando così gli interventi della runner alle sole scene d’intermezzo. Tagli dei quali peraltro gli sceneggiatori sono stati informati solo tardivamente, e dei quali hanno risentito in primis la trama e la personalizzazione della protagonista.

“Da parte mia, ho cercato di assiccurarmi che Faith fosse un personaggio ben realizzato, con difetti e sbagli ed un qualche senso di umanità. Tuttavia una gran parte dei dialoghi di Faith è stata tagliata all’ultimo momento (è stato deciso che non avrebbe parlato durante i livelli) e così una certa parte di quel lavoro è andato perso. Sfortunatamente la creazione di narrazione per i videogames può essere piuttosto brutale.”

Purtroppo neanche Rhianna è stata in grado di fornire buone nuove riguardo un eventuale seguito:

“No, non sto lavorando sul sequel, mi sono mossa verso altre cose. In conclusione, credo che ognuno abbia imparato parecchio da Mirror’s Edge. Tutte le lezioni, anche le più dolorose, possono essere utili. Sono sicura che DICE la prossima volta farà le cose in modo diverso e coinvolgerà prima uno scrittore nel processo. Gli auguro ogni bene al riguardo, penso sia uno stupendo franchise.”

Che dire? Nella speranza che prima o poi un seguito arrivi veramente, peruna delle PI più interessanti degli ultimi anni, non possiamo però fare a meno di tirare un sospiro di sollievo e ringraziare DICE.

Dopotutto con i loro tagli sconsiderati ci hanno evitato l’osceno doppiaggio di Asia Argento almeno durante le stupende corse a perdifiato fra i tetti assolati.

 
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~ DeLuXE ~
view post Posted on 21/7/2010, 02:26




CITAZIONE
I runner sono un gruppo di fuorilegge in una società dominata da un regime totalitario che controlla ogni forma di comunicazione. Vivono saltando tra i grattacieli di una metropoli algida e senza emozioni, compiendo piccole missioni a pagamento di furto e recupero. Faith, la protagonista, che ricorda la Milla Jovovich del Quinto Elemento di Luc Besson, si trova suo malgrado coinvolta in un intrigo che porterà sua sorella agli arresti, e tutto il gioco non è altro che una corsa per cercare di liberarla, recuperando indizi e cercando di salvarsi la pelle. Mirror’s Edge è un’avventura in 3d che mescola le meccaniche di un platform con visuale in soggettiva, con quelle degli Fps, in cui la libertà dei movimenti si sposa con uno studio certosino degli elementi interattivi, a cui potersi appigliare, del fondale, così che, con un po’ di pratica, non ci si sente mai spaesati anche quando si corre a tutta velocità da un grattacielo all’altro. Questo grazie all’idea avuta dagli sviluppatori di dare vita ad un mondo in cui il bianco totale si accosta al rosso acceso con cui si colorano le scale da percorrere, le porte da sfondare e i parapetti da cui sporgersi nel mezzo di un fondale complesso e altrimenti poco leggibile. Presa confidenza con questi elementi il solo limite è il marciapiedi su cui inevitabilmente ci si schianta ad ogni errore, cosa che accade con una frequenza notevole, soprattutto nei passaggi più difficili. Per apprezzare Mirror’s Edge, infatti, bisogna non farsi spaventare dalla classica struttura così detta a Trial and Error – all’inglese – ovvero di un gioco in cui bisogna provare sequenze acrobatiche innumerevoli volte fino ad aver trovato la giusta serie di salti o il passaggio migliore per poter attraversare una delle mappe. A volte, capire dove dirigersi non è semplicissimo e il sistema di controlli, quasi perfetto negli spazi aperti, mostra qualche limite in quelli più chiusi, dove diventa anche più complicato capire su quali pareti saltare per andare avanti. Premendo il pulsante B, infatti, si attiva la Runner Vision, ovvero un puntatore che indica l’uscita da raggiungere in un livello, ma in linea d’aria, senza tenere conto della conformazione della mappa. All’aperto il sistema risulta piuttosto funzionale, visto che dall’alto di un tetto si riesce a scorgere chiaramente anche a lunga distanza; al chiuso, invece, il puntatore serve a poco o nulla, orientando il giocatore verso la parete, la vetrata o la porta che si frappone da lì alla destinazione finale, ma senza dare alcuna indicazione realmente utile per raggiungerla. In altre parole, ci si trova a passare diversi minuti in alcune ambientazioni saltando da un muro all’altro, cercando di capire dove dirigersi in seguito, magari morendo in continuazione se ci si trova sospesi nel vuoto.

Lo specchio di Faith

Ad inseguire Faith ci sono le milizie governative, armate di pistole, fucili e mitragliatori. All’inizio si tratta di semplici poliziotti che si calano dagli elicotteri e che possono anche essere evitati correndo. Proseguendo nella trama, entrano in campo le truppe speciali in grado anche loro di saltare sui palazzi, ed armate, a volte, di fucili di precisione, in grado di rendere la vita davvero difficile. Per affrontare i soldati c’è un sistema di combattimento corpo a corpo, fatto di calci e pugni, che si completa con la possibilità di sottrarre le armi ai nemici premendo il tasto apposito al momento giusto, ovvero quando, dopo una serie di colpi o durante un attacco, l’arma brandita si illumina di rosso, indicando a Faith l’istante in cui rubarla. In aiuto c’è anche un potere che le permette di rallentare il tempo così da avere più possibilità di eseguire la mossa.
L’intelligenza artificiale degli avversari è davvero notevole, così come spesso infallibile è la mira, peccato che altrettanto non possa dirsi dei mezzi che ha il giocatore per difendersi. Il sistema di puntamento non è comodo, così come quello di gestione delle armi, che si scaricano dopo pochi colpi e che vanno abbandonate prima di poterne recuperare altre dai cadaveri dei soldati. Insomma, pur divertendosi sulle prime, si ha la sensazione che il combat system sia stato inserito successivamente per allungare una campagna single player che già così non supera le otto ore al primo passaggio. Una volta finita, i motivi per rigiocare possono essere la voglia di sbloccare gli obiettivi o i trofei, l’esplorazione dei fondali alla ricerca di una serie di valigette nascoste nei posti più incredibili o le modalità di time attack in cui perfezionarsi nel superamento dei livelli e confrontando i propri tempi con quelli degli amici in rete. Questa relativa brevità e la mancanza di una modalità multiplayer sono forse i due difetti più evidenti di un gioco che, quando tutto funziona a dovere, con Faith che salta come una pantera ovunque, regala un’esperienza davvero unica ed un’elettrizzante sensazione di libertà.

I Dice, lo stesso team dietro alla serie Battlefield, per Mirror’s Edge si sono rivolti all’Unreal Engine 3, piuttosto che al loro motore proprietario, e l’hanno reso irriconoscibile. Il bianco accecante dei grattacieli contrasta in maniera splendida con arancioni, rossi e blu accesi, a ricostruire un’ambientazione moderna, ma sospesa nel vuoto, che trasmette dinamicità e freddezza allo stesso tempo. Il Blur è usato in modo sapiente per rendere l’effetto della velocità e il soffiare del vento, e la cura riposta negli indumenti di Faith riesce a renderla accattivante e familiare fin dai primi istanti. C’è qualche problema con aliasing, con la definizione delle texture, che, vista la natura del gioco, si osservano spesso e volentieri da vicino – difetti compresi –, e con i modelli dei personaggi e le loro animazioni che lasciano un po’ a desiderare, ma è inutile sottolineare che l’impatto visivo è uno degli elementi maggiormente riusciti di tutto il gioco. Gli edifici, purtroppo vuoti di passanti e comprimari, le fogne e le altre locazioni sono tutte coerenti e ottimamente realizzate, tanto da far pensare che la città sia la vera protagonista di Mirror’s Edge. La storia, piuttosto esile, viene raccontata con alcune scene d’intermezzo animate e realizzate come si trattasse di un cartoon. La scelta è interessante, ma lo stacco tra i personaggi 3d e quelli delle animazioni è netto e la connessione tra i due piani diventa un po’ troppo labile col progredire del gioco.
Menzione particolare per la colonna sonora, composta da un accattivante brano inedito e cantato, che con i diversi remix riecheggia per tutta l’avventura, e da una serie di musiche a metà tra la techno e la new age. Tutte sono di ottimo livello e, insieme alla grafica, contribuiscono a ricreare un’ambientazione senza paragoni nel panorama attuale, per stile e personalità.

Commento

Mirror’s Edge è forse l’esponente più coraggioso e riuscito di quei titoli che cercano di dare corpo, fondendoli, a segnali e ispirazioni provenienti dalla cultura popolare, dalla musica e dal design, espandendo i confini di un media, il videogioco, in forte evoluzione. In questo intento i Dice riescono perfettamente, confezionando un prodotto al passo coi tempi, pieno di stile, d’inventiva e di fascino. Il gioco vero e proprio, di contro, alterna attimi di coinvolgimento e adrenalina puri a momenti in cui i combattimenti, i controlli e la struttura dei livelli frenano quel fluire di emozioni che altrimenti sarebbe esaltante dall’inizio alla fine, lasciando il sapore di un esperimento non completamente portato a termine. Un titolo comunque da giocare anche solo per l’innovazione che porta, tenendo presente la limitata longevità e la mancanza di qualsiasi modalità multiplayer, ma che saprà regalare più di un brivido a chiunque.

Pro

* Gameplay innovativo
* Il senso di vertigine
* Idea creativa unica

Contro

* I combattimenti
* La longevità
* Mancanza del multiplayer

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